Il Laboratorio della Vagina
OFF OFF THEATRE
18 - 28 Dicembre 2018
RECENSIONI
"Andate a vedere questo spettacolo (...) Il Laboratorio della Vagina serve.
Alessia Pizzi - Culturalmente
Comico, irriverente, drammaticamente ironico e provocatorio. Brutalmente vero, ma necessario
ALESSIA TONA - UOZZART
È sempre una sfida recensire gli spettacoli di Patrizia Schiavo, fronteggiare la pagina bianca, con l’animo ancora caldo di risate e colpi allo stomaco, confrontarsi con la sua prosa, con la poetica delle vite che espone sulla scena, misurarsi con le denunce sociali in cui immerge le sue drammaturgie. Perché lei è così che fa teatro: prende in ostaggio lo spettatore, lo strapazza coinvolgendolo in un turbinio di comicità mozzafiato e dramma profondissimo, lo tramortisce con le sue storie. Esercita una presa a tenaglia sull’anima, stringendolo come un’amante focosa, e non resta che consegnarsi a lei, alla sua possente presenza scenica, mettersi a disposizione della sua proverbiale capacità di strattonare la platea nel profondo.
SIMONE ROMANO - IL GUFETTO
Dalle sfumature ironiche e divertenti la mise en scène non dimentica la riflessione e la denuncia con un no secco alla violenza sulle donne, all’infibulazione e allo stupro, anche di massa come quello subito in Bosnia durante la pulizia etnica, ed un sì convinto sulla riscoperta della dignità femminile e del rispetto per combattere uno dei mostri più diffusi della contemporaneità: l’indifferenza.
GUSTAVO MARCO CIPOLLA - IL GIORNALE OFF
TEATROCITTA' - 2017/2018
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Il laboratorio della vagina è un ottimo esempio di come il teatro militante possa essere divertente e intelligente al tempo stesso, senza correre il rischio di annoiare o di risultare all’occhio dello spettatore troppo didascalico. Ci sentiamo di consigliarlo a tutti (uomini soprattutto) coloro che vogliono spendere un’ora divertente e prodiga di riflessioni sul misterioso mondo femminile.
GIANLUCA SFORZA - OUT OUT MAGAZINE
Gli spettatori inevitabilmente si trovano in un "viaggio collettivo e liberatorio" in cui si impara a raccontarsi, a conoscere il proprio corpo e vivere a pieno la propria sessualità.
...Ed ecco allora che insieme a battute e sarcasmi, e goliardiche provocazioni, arrivano loro: o numeri della violenza. Di quella passata e quella presente. Un momento importantissimo per far riflettere con ironia ma anche con dolore sulla condizione della donna oggi.
NOEMI EUTICCHIO - TUA CITY MAGAZINE
Il testo di Patrizia Schiavo è sottile e centra probabilmente il discorso più importante che la questione femminile sta affrontando negli ultimi anni, ossia quello del linguaggio, perché nominare le cose è un modo per riflettere su di esse e per migliorare le nostre condizioni, nostre di tutti, uomini e donne
ILARIA PANTUSA - UKIZERO
(...) la scoperta di un teatro diverso, nuovo e originale. Completamente da scoprire
ALESSIA SPENSIERATO - METROPOLITAN MAGAZINE
Frizzanti e allo stesso tempo coraggiose le attrici (...), donne che attraverso un laboratorio teatrale hanno scelto di rielaborare i propri vissuti, divertenti o meno, attorno alla propria vagina. Godono, ridono e piangono sul palco con una freschezza liberatoria contagiosa.
FRINGE FESTIVAL 2017
...capace di coniugare irriverenza, comicità e severa denuncia sociale...Le bravissime attrici, capeggiate e dirette dall’ottima Patrizia Schiavo, sono protagoniste di una sciarada che oscilla continuamente tra il faceto e la denuncia sociale, il goliardico e la polemica, la risata che un istante dopo si capovolge in riflessione, rammarico... La regia di Schiavo gioca su questo confine liminare tra farsa giocosa e j’accuse, in un’azione drammaturgica straniante che raddoppia la sua efficacia nella metatestualità: la vagina diventa al contempo simbolo dell’immaginario maschilista e patriarcale, oggetto di desiderio, di ironie e mistificazioni, ma anche arma di rivoluzione, strumento per la presa di coscienza della donna e del suo potere.
Alessandro Alfieri - Persinsala
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Ritmo serrato, battute al vetriolo, risate assicurate...Opera corale a tinte forti, divertente, coraggiosa... Il testo raggiunge la sua climax, grazie a un frammento del testo “Il rumore della notte” di Marco Palladini sugli stupri avvenuti durante la guerra in Bosnia. La Schiavo riesce nel miracolo...
Elena D'Elia - Brainstorming culturale magazine
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Regia sapiente e dettagliata...coniuga diverse forme di teatro dal dramma alla commedia, denuncia sociale e teatro civile...Patrizia Schiavo una professionista proveniente dal teatro vero, quello con la T maiuscola...
Michele di Muro - Periodico italiano magazine
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Liberatorio e divertente, terapeutico ed esplicito...spudorato e irriverente...
Senza pedanteria, “Il laboratorio della vagina” prova a rompere i tabù, ad essere esplicito ma non osceno... E' un messaggio di denuncia, un grido per vincere l'indifferenza. Ottime le interpretazioni delle attrici a cominciare dalla Schiavo...
Michela Staderini - Saltinaria
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Attrici brillanti, divertenti e profonde, un tema spesso oggetto di tabù e il bisogno di urlare che la propria femminilità non può essere violata...un’opera originale e contemporanea, un atto di pensiero forte e indispensabile...Non solo uno spettacolo...ma un NO allo stupro, alla violenza, alla mutilazione, all’infibulazione e un SI alla riscoperta del proprio essere, della femminilità, del sesso, della dignità e del rispetto. “Invece di nasconderci dietro il burka e dietro il velo noi ce la guardiamo!”
Miriam Bocchino - Different Magazine
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...testo molto interessante messo in scena da una compagnia tutta al femminile che anima il nuovo spazio teatrale di “Teatrocittà”... ideato e interpretato da una strepitosa Patrizia Schiavo, che guida le sue donne verso la scoperta di se stesse...toccante... pieno di momenti ricchi di emozioni.
Silvia Scalamonti - Il Foyer
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...la scena centrale è dedicata agli orrori delle violenze subite dalle donne bosniache...le attrici trasfigurano, diventano altro, si proiettano in uno spazio ideale lontano dal contesto del resto della messa in scena, come una parentesi d’orrore, come l’emersione dell’autentico nucleo dell’intero spettacolo. Poi però, sapientemente, si torna al talk show e a sorridere,
seppur poco prima si stava incollati alla sedia in tensione e scioccati dall’orrore raccontato: è lo stesso movimento dell’odierno circuito massmediale, che “switcha” di continuo tra emozioni inconciliabili provocando una schizofrenia collettiva, e che portato in scena su un palco si smaschera offrendo l’opportunità (remota, utopica, ma per questo non
meno necessaria e vitale) di una qualche trasformazione culturale e sociale.
Alessandro Alfieri - Persinsala